giovedì 26 marzo 2009

C'è del marcio in Danimarca. Quindi vado in Svezia.

A dicembre sono stata a Stoccolma col caro e paziente fidanzatino.
Lo so, non è una notizia da prima pagina...ma voglio consigliare caldamente a tutti qualche giorno in questa magica città che SICURAMENTE non è come immaginate...

Provate a pensare ad un freddo incredibile, che proprio non riuscite a fare qualche passo senza lamentarvi per il vento che vi taglia il viso...magari tenete la testa un po' bassa, infilata nella sciarpa cercando di evitare una pioggia sottilissima, ad ogni metro vi raggomitolate sempre di più nel giubbino, desiderando di essere ai Caraibi, proprio voi che odiate il mare...

...poi un profumo dolcissimo, magico e antico di spezie calde vi cattura...ed in un attimo siete in una piccola pasticceria, seduti davanti ad un glogg fumante accompagnato da fragranti pepparkakor a forma di cuoricini.


Finalmente un po' di tepore...che però dura poco, perché Stoccolma è incredibilmente enorme ed il fidanzato che odia i mezzi pubblici (IL MARRANO!) quasi vi trascina via dalla vostra sediolina di legno intagliato. Lo supplicate in aramaico di rimanere un po' al caldo...ma lui non è una mammoletta e vuole proseguire! Si continua la marcia cercando di non rompersi una caviglia sul selciato di Gamla Stan, con in mano una bustina colma di pepparkakor ed una morbida lussekatte appena sfornata, profumata di zafferano e uvetta.

Di Stoccolma a dicembre, adorerete gnomi e folletti che sbucano impertinenti in ogni vetrina, i giocattoli in legno, gli eleganti candelabri natalizi posti su ogni singola finestra di tutta la città, i cori natalizi in strada di bambini o di adulti, Skansen con le sue case, i suoi abitanti ed il suo mercatino, la sfilata di Santa Lucia in slitta, il cibo, la bacche bianche e rosse dei cespugli, la vista su Gamla Stan ed infine, se una fine deve esserci per forza, il profumo antichissimo e meraviglioso di abete che vi colpirà ad ogni angolo di strada: a Natale, tutte le case ed i negozi svedesi sono soliti adagiare dei rami di abete sulla soglia, a mo' di tappeto per pulirsi le scarpe dalla neve.......una tradizione profumatissima e stupenda!

DOVE MANGIARE:
(al momento ricordo solo questi posti…poi magari mi sovviene qualcos’altro!):

KB Restaurant
KB sta per KonstnärsBaren, ovvero Bar degli Artisti: alle pareti di questo ristorante zeppo di svedesi (il che è bene), infatti, ci sono sempre delle opere di artisti contemporanei e non. Il KB si trova in un bell’edificio costruito nel 1891; il ristorante, invece, è nato nel 1931 e tutt’oggi, vi sono ancora le poltroncine ed i tavoli dell’epoca. Si mangia divinamente, il personale è attento, sorridente e gentile.
Vi consiglio di provare l' assortimento tradizionale di aringhe (che personalmente non amo…ma qui erano OTTIME!!!!), la degustazione di formaggi ed il black roe from kalix, che non ricordo esattamente cosa fosse…ma il mio fidanzato l’ha divorato! Non perdetevi il buonissimo wallenbergare…una roba incredibile! Sono andata due volte in questo ristorante proprio per questo piatto stranissimo ma appetitoso! E’ una sorta di hamburger succoso alto 3 dita, nel cui impasto c’è anche del pane e del formaggio (credo) ed una crosta croccante fuori da svenire! Provatelo!
Ah, di questo ristorante vi sconsiglio solamente il dessert ‘tartufo’: circa 5 euro per un misero tartufino fondente al Grand Marnier. Era buono, ma 5 euro per un cioccolatino grande come una noce……è esagerato!

http://www.konstnarsbaren.se/valkommen.htm
Restaurant KB, Smålandsgatan 7, Stockholm, Sweden


Waxholm cruise
Io ed il mio ragazzo, passeggiando beatamente lungo il porto, ci siamo accodati ad una fila di svedesoni alti due metri senza sapere bene dove saremmo andati…ma era il nostro anniversario e toh…abbiamo provato! Siamo andati a fare una crociera nell’arcipelago di Stoccolma, con destinazione Waxholm. Inizialmente non l’avevamo capito ma…si mangiava a bordo, tutti seduti a tavola, con un tavolo da buffet che avrebbe sfamato un bastimento di mercenari di ritorno dalla tundra dopo giorni e giorni di digiuno e freddo.
Salmone di ottima qualità cucinato in 4-5 modi (buonissimo quello affumicato e quello naturale al forno…orrido quello bollito!), torte rustiche, salsicce, pane croccante o all’uvetta e frutta secca, insalata russa, patate, forme intere di formaggi (io ho fatto piangere il brie ed il roquefort…ghghghghgh) e dolci di ogni specie, dai cioccolatini al marzapane, dalle lussekatte ai pepparkakor. Una nota speciale va ad un tipo di birra che, a quanto pare, in Svezia servono esclusivamente nel periodo natalizio (mi fido di quello che mi ha detto il cameriere…ma magari era una cavolata :oP ): BUONISSIMA! Io non amo la birra…ma questa……beh, ecco, girano delle imbarazzanti foto sul mio conto in cui si vede una gentil donzella tuffarsi indegnamente in un bicchierone schiumoso! Ecco!

Erik's backfica
Purtroppo non ho trovato molto online su questo ristorante dove si mangia molto bene...ed i miei ricordi sul come raggiungerlo sono svaniti nel nulla! Peccato!
Se passeggiando trovate questa sorta di bistrot, fermatevi a provate il cheeseburger più buono della città…è da svenimento.


Saluhall
Un bellissimo mercato al coperto dove mangiucchiare qualcosa all’impiedi mentre si gira inebetiti tra i banchi rétro di questo mercato. Buonissimi i dolci allo zafferano ed i profumatissimi tè speziati.
http://www.saluhallen.com
Östermalmstorg, 114 39 Stockholm

Skansen
Quando fate la gita al museo all'aperto di Skansen (andate presto perché una giornata intera vi sembrerà comunque poca!!!) fermatevi al mercatino a provare un po' di street food (magari chiedete di non mettere una salsa rosa-fucsia ai mirtilli/lamponi che è, a mio avviso, abominevole): buonissimi i corni di pasta non lievitata riempiti cipolline, carne di renna o alce e patate! Golosi e ristoratori!
Lo so...le renne di Babbo Natale, Rudolf the red nose reindeer, i campanellini, i regali, la slitta che vola...ma in Svezia questi animaletti si mangiano e, anche se con un po' di ritrosia, ammetto di aver pappato anch'io!

lunedì 23 marzo 2009

Lemon meltaways e tramonti

Elle est retrouvée! Quoi? l’éternité. C’est la mer mêlée au soleil. (Rimbaud).
Si è capito che adoro questo Poeta così giovane e così maledettamente maledetto? Si...mi sa di si.

Eccovi una foto scattata in un posto in cui mi reco tutti i giorni e di cui, purtroppo non posso godere nel modo che vorrei: IL MIO UFFICIO. Amen! Della serie 'chi ha il pane non hai denti'! Ecco, io mi reco tutti i giorni in questo paradiso di pietra, sole, alberi, mare, salsedine, lavanda, rosmarino, pini marittimi...eppure non riesco ad innamorarmi di esso perché ci lavoro. Pessimismo e fastidio.

Dall'ufficio bianco candido riesco a malapena ad alzare lo sguardo dal pc...oggi però, in un momento in cui avrei volentieri piagnucolato/frignato/mugugnato ho guardato per sbaglio questo splendido tramonto (quel triangolino in fondo è la bella Capri! J'adore!) e mi sono sentita subito sollevata...magicamente mi è balenato il verso del caro Rimbaud e boh, il momento di depressione cosmica è magicamente terminato!

Ora, di pigiama vestita, :o) ascolto un po' di sano rock, sbircio qua e là sui miei blog preferiti e mi gusto beatamente dei buonissimi biscotti preparati grazie ad una ricetta PERFETTA presa dal sito di una bravissima foodblogger (la ciliegina sulla torta) che, a sua volta, ha ripresentato la ricetta di Aran del blog Cannelle et Vanille.

I biscotti sono dei Lemon Meltaways...dei friabili biscottini scioglievoli e profumatissimi di limone (nel mio 'cestino di fragole' sono capitati anche i limoni che il mio alberello generosamente mi dona...e che ho prontamente prestato a questa ricetta). La consistenza ricorda tantissimo quella dei canestrelli morbidamente avvolti nello zucchero a velo e mi permetto di dire che l'equilibrio da succo di limone e zucchero è assolutamente PERFETTO! Provateli senza pensarci o esitare un attimo!

Io ne ho preparati un po' anche per il mio amato fidanzatino: un po' di cellophane, un nastro di raso, un fiocco...et voilà!

Eccovi la ricetta dei LEMON MELTAWAYS:

Ingredienti
160 g di burro morbido
125 g di zucchero a velo
1 bacca di vaniglia
la scorza grattugiata di due limoni
2 cucchiai di succo di limone
260 g di farina 00
20 g di maizena
1 pizzico di sale
zucchero a velo per decorare


Procedimento:
A meno che non siate dotati di planetaria, con le vostre manine fatate amalgamate il burro morbido a temperatura ambiente con i 125 gr di zucchero a velo, le scorze grattuggiate di due limoni e i semi della vaniglia in una capiente zuppiera (lo ammetto e verrò fustigata: al posto dei semi di vaniglia ho usato un cucchiaino di vanillina! Chiedo venia ai puristi...ma non avevo bacche a disposizione :oP ) e lavorare il tutto fino ad ottenere una crema morbida ed assolutamente omogenea; unire i due cucchiai di succo di limone, un pizzichino di sale. A questo punto versare tutta la farina setacciata assieme alla maizena (ci risiamo: io non l'avevo e ho usato 10 gr in più di farina: altre 20 frustrate all'eretica!) e lavorare bene per amalgamare il tutto. Formare con l'impasto un salsicciotto di circa 4 cm di diametro, avvolgerlo con delicatezza nella carta forno e lasciarlo in frigo almeno 3 ore (meglio se tutta la notte).

Preriscaldare il forno a 180°C, tagliare il salsicciotto freddo a rondelle di 1cm o poco più di spessore e porle su una teglia ricoperta di carta forno. Cuocere per 12 minuti.
Una volta cotti i vostri biscottini, che dovranno risultare bianchi o appena appena dorati, tirarli fuori dal forno e lasciarli raffreddare leggermente, passarli quindi in un piatto pieno di zucchero a velo e lasciarli raffreddare su una griglia.

Conservare in scatole di latta, regalarli o mangiarli tutti allegramente. Mi raccomando non fate raffreddare troppo i biscotti prima di passarli nello zucchero a velo altrimenti quest'ultimo non aderirà più al biscotto.
...e dire che la giornata era iniziata male :o)


domenica 15 marzo 2009

Un cestino pieno di...


Dunque, superato il trauma da primo post, affidato sapientemente alla penna del grandissimo Rimbaud, eccomi a descrivervi brevemente il mio angolino di web, il mio cestino di esperienze e passioni da condividere con chi vorrà - e con cestino, ovviamente, non intendo quello dell'immondizia, eh! Sia chiaro ;o) -

Ai primi sentori di primavera, stagione che adoro, ho sentito il bisogno di iniziare a raccogliere, oltre che le primissime fragole, anche un po' di quello che mi succede in questa strampalatissima vita: Un Cestino di Fragole sarà, quindi, una sorta di piccolo archivio nel quale potrete leggere delle mie ricettine (molte delle quali ispirate da bravissimi ed 'anziani' foodblogger nostrani e non), appunti di viaggio, passioni e mera vita quotidiana.

Con la speranza di non dispiacere a nessuno.

sabato 14 marzo 2009

Una stagione all'inferno - Le repliche di Nina

...Amoureuse de la campagne,
Semant partout,
Comme une mousse de champagne,
Ton rire fou:

Riant à moi, brutal d'ivresse,
Qui te prendrais
Comme cela, - la belle tresse,
Oh ! - qui boirais

Ton goût de framboise et de fraise,
Ô chair de fleur!
Riant au vent vif qui te baise
Comme un voleur,

Au rose, églantier qui t'embête
Aimablement:
Riant surtout, ô folle tête,
À ton amant !...