mercoledì 8 aprile 2009

Marshmallows à la fleur d'oranger

Dal blog della talentuosa Fanny http://www.foodbeam.com (giuro, la prossima volta posto una ricetta soltanto mia :oP) ho preso la ricetta di questi ottimi ed incredibilmente..."fluffy" marshmallows: a questo proposito, mi chiedevo...esiste in italiano una traduzione altrettanto onomatopeica per la parola inglese "fluffy"? Mi sa di no!

Dunque, questi dolcetti profumati d'infanzia sono assolutamente deliziosi, morbidosissimi, e semplici da fare, soprattutto se si dispone di un termometro digitale (il mio l'ho pagato 35 euro, misura da -50 °C a +200 °C....ma forse si trovano termometri decenti anche a costi più contenuti!).

L'unico problema, giuro, è l'attesa: se siete come me, vi consiglio preparare questi dolcetti/caramelle la sera, poco prima di andare a dormire: un sonno ristoratore vi impedirà di fissare il vostro pensiero sui marshmallows, affrettando i tempi di posa e combinando pasticci infilando le dita nel contenitore per testare se la magia è riuscita!

Alla ricetta di Fanny ho apportato una sola piccola modifica: il profumo!

In tempi di primavera, colori, grandi pulizie, glicini in fiore ovunque, brezze profumate, mi sono permessa di sostituire il caldo aroma della vaniglia con una goccina di acqua di fiori d'arancio. Il risultato: elegante, dolce e femminile!

Ecco la ricetta di Fanny con la mia piccolissima modifica:

MARSHMALLOWS à LA FLEUR D'ORANGER
(per circa 25-30 marhmallows)

Per i "dolcetti"
6 fogli di gelatina
250 gr di zucchero semolato
80 ml acqua
3 albumi
2 gocce di acqua di fiori d'arancio

Per il rivestimento
50 gr zucchero a velo
40 gr di amido di mais

Procedimento:
Mescolare omogeneamente lo zucchero a velo e l'amido di mais e versarne un po' su un contenitore quadrato o rettangolare, precedentemente coperto di carta forno. Conservare il resto della copertura per il giorno seguente!
Immergere i fogli di gelatina in un piccolo recipiente di acqua fredda.
Iniziare a montare gli albumi a neve.
Su fiamma non troppo alta, sciogliere lo zucchero semolato nell'acqua e, con l'aiuto di un termometro, portare a bollore e poi a 120 °C; a questo punto, aumentare la velocità dello sbattitore che monta gli albumi e versarvi gentilmente lo sciroppo e poi la gelatina ben strizzata.
L
a temperatura scenderà in fretta verso i 40 °C; raggiunta questa temperatura (io mi sono distratta un attimino e il mio composto è sceso a 30 °C...ma non è successo nulla di grave, eh!), aggiungere l'aroma l'acqua di fiori d'arancio e mescolare finché non si ottiene un composto ben liscio e quasi lucido: il tutto deve risultare ancora tiepido prima di versare il tutto nel contenitore con carta forno e la copertura di zucchero a velo e amido di mais. Io mi sono tenuta su un'altezza di circa 2,5 cm...ma diciamo che è stata più una cosa fortuita che voluta :o)
Visto che finora la ricetta è di una semplicità imbarazzante, ora viene il difficile: lasciare riposare per una notte intera il vostro mega-mashmallows, senza essere tentati dall'affondarvi le dita dentro! :oD
Al mattino, versare in un piatto la copertura di zucchero a velo e amido di mais e tirate fuori dal contenitore il marshmallow aiutandovi con la carta forno in eccedenza. Immergete un coltello a lama liscia nell'acqua bollente, asciugatelo bene e con esso tagliate a cubi le vostre caramelle, da rotolare poi nella copertura per qualche secondo. Spolverate la copertura in eccedenza...e...affondate i denti in questi deliziosi bonbon rétro!

1 commento:

  1. ciao, Hanami! A proposito di fluffy... sto leggendo un libro che per il momento posso solo definire molto interessante (devo ancora pensarci un poco), e che consiglio vivamente: "Estasi culinarie" di Muriel Barbery (é il suo primo romanzo, del 2000). L´originale é in francese, ma nella traduzione italiana, ad un certo punto, descrivendo la degustazione di un sashimi, usa la parola "morbilezza". Cito: "...giá, la morbilezza: né morbidezza né mollezza, perché il sashimi, polvere di velluto simile alla seta, porta con se un po´di entrambe...". Devo ammettere che questo neologismo non mi incanta...magari in francese rende meglio...possiamo pensarne uno noi, no?! ;-)

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